Spartaco
Datazione
1847-1850Categoria
SculturaMateriale / Tecnica
MarmoDimensioni
213 x 83 x 127 cmCollezione
Museo d'arte della Svizzera italiana, Lugano. Deposito della Fondazione Gottfried Keller, Ufficio federale della cultura, BernaNumero d’inventario
CCL-1324Vincenzo Vela, il più rinomato scultore ticinese dell’Ottocento, si forma a Milano, lavorando accanto al fratello Lorenzo presso il Duomo e frequentando l’Accademia di Brera, dove ottiene numerosi premi e riconoscimenti che gli valgono, sin da subito, prestigiose committenze. Nel 1848 partecipa ai moti risorgimentali lombardi e, l’anno seguente, rifiuta l'insegnamento a Brera sotto il governo austriaco. Nel 1852 si trasferisce a Torino, dove, dal 1856 al 1867, insegna all’Accademia Albertina, fino al suo rientro in Ticino, dove prosegue la carriera artistica e l’attività politica.
La sua vicenda artistica è segnata da un profondo legame con le vicende politiche e culturali dell’epoca, in particolare con il Risorgimento italiano.
Spartaco, la sua opera più importante, è frutto di una lunga gestazione. Ideato nel 1847 durante un soggiorno romano, dedicato allo studio dell’arte antica, si ispira alla figura dello schiavo ribelle che, nel I secolo a.C., aveva guidato una rivolta di gladiatori contro i romani. Dopo una pausa dovuta a un periodo di militanza in patria nelle battaglie del Sonderbund, Vela riprende il progetto e realizza la scultura in marmo per il Duca Antonio Litta. L’opera è esposta a Brera nel 1851, scuotendo fortemente l’opinione pubblica per la sua dirompente forza e per l’ideale di libertà e democrazia a cui è ispirata. Assurto a simbolo degli ideali risorgimentali, Spartaco è un capolavoro del verismo ottocentesco, nonché la risposta di Vela al mondo accademico che lo aveva ritenuto incapace di trattare il nudo artistico. Venduta dagli eredi del Duca Litta al Barone Van der Wies, proprietario del Castello di Trevano sopra Lugano, l’opera è in seguito trasferita a San Pietroburgo. Nel 1907 è acquistata dalla Fondazione Gottfried Keller per conto della Confederazione elvetica. Nel 1937 rientra nel Canton Ticino dove dal 1946 è collocata nell’atrio di Palazzo Civico a Lugano.